giovedì 22 marzo 2012

"Effetto viaggio di ritorno" e mete estive preferite dagli italiani

Certo, in periodo di crisi è più difficile pianificare le vacanze perché ci sono altre necessità impellenti, ma è sempre bello sognare un po’. Uno studio condotto di recente negli Stati Uniti si è concentrato in particolare sull’”effetto viaggio di ritorno”, così è stato chiamato, dimostrando che quando si rientra nel proprio paese dopo un soggiorno all’esterno, il tempo impiegato per il ritorno ci sembra più breve rispetto a quello di andata. La cosa mi ha lasciato un po’ sorpreso, perché credevo che la leggera tristezza che ci prende quando torniamo a casa, soprattutto se prima ci siamo divertiti, dovrebbe farci sembrare tutto più lento, più noioso e invece è proprio il contrario. Si era ipotizzato che questo effetto fosse dovuto all’acquisita familiarità con il tragitto, ma anche cambiando i percorsi di ritorno ( a parità di tempo impiegato) resiste la sensazione di maggior velocità. Sarà forse che ormai ci sentiamo condannati –per così dire- al rientro e quindi facciamo di tutto per sbrigarci, oppure potrebbe essere l’entusiasmo per la scoperta di nuovi luoghi a provocare la sensazione che al ritorno non ci sia più niente da vedere e quindi tutto scorra più veloce.




Le abitudini di viaggio degli italiani, comunque, anche quest’anno sembrano improntate –e c’era da aspettarselo- al risparmio senza mezzi termini. Si stima che per la prossima estate più del 70% di noi opterà per destinazioni italiane, e meno del 20% si avventurerà all’estero. La meta preferita tra giugno e settembre, resta il mare, e una percentuale assai minore preferisce invece la montagna. Poi ci sono gli irriducibili sostenitori della città, chi addirittura Roma, chi altre capitali europee. Regola d’oro da seguire, qualsiasi destinazione si scelga, è non indebitarsi, questa al momento la paura maggiore degli italiani.

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